“La misura dell’amore è amare senza misura” (SantAgostino).
“La Voce del Nisseno” ha compiuto 20 anni. La giornalista pubblicista Ilaria Solazzo chiacchiera con il direttore ripercorrendone le tappe salienti del progetto editoriale. Sulla plancia di comando da 4 lustri, il Dottor Michele Bruccheri, giornalista iscritto da 25 anni all’Albo professionale dell’Ordine di Sicilia, da venti lunghissimi anni guida il periodico d’informazione “La Voce del Nisseno”. L’ha fondato e lo dirige con autorevolezza, prestigio e credibilità. Un giornale che racconta il territorio.
INTERVISTA
ILARIA – Ciao Michele, Il 17 marzo “La Voce del Nisseno” ha spento 20 candeline. Un brindisi importante. Ricordi il primo numero de “La Voce del Nisseno”?
MICHELE – La prima edizione, con copertina gialla, uscì il 17 marzo 2002. Era una domenica. Venne presentata presso la sala riunioni della parrocchia San Leonardo Abate. Un “battesimo” importante alla presenza dell’arciprete Giovanni Galante, degli oratori della serata Totò Benfante (giornalista), Pasquale Petix (sociologo), Enzo Aronica e Filippo Falcone (entrambi consiglieri provinciali). Tra i presenti, ricordo anche l’ex sindaca Cettina Blando e il sindaco pro tempore Bernardo Alaimo.
ILARIA – Michele quella primissima edizione come venne strutturata?
MICHELE – Ogni numero aveva in copertina, finché è stato stampato in bianco e nero, un aforisma. La prima frase fu a firma di Baal Shem Tov: “In ognuno di noi c’è qualcosa di prezioso che non c’è in nessun altro”.
ILARIA – Quali furono gli argomenti di quella storica uscita?
MICHELE – In primis, un editoriale a mia firma. Spiegavo le ragioni del nuovo giornale. Il proposito di raccontare il Nisseno e i nisseni. Lo titolai: “Capire il territorio per crescere”. Scrissi che si voleva raccontare la memoria, la storia, la realtà ed i progetti della nostra provincia. Estrapolo un brano di quell’articolo d’apertura: “Siamo delle piccole matite che vogliono, pazientemente e tenacemente, costruire l’identità del Nisseno”.
ILARIA – Ci vorrebbe un libro per raccontare tutto. Andiamo ad una descrizione sommaria. Ok?
MICHELE – Hai ragione. Pubblicai un’intervista che feci a don Luigi Ciotti del Gruppo Abele e Libera dal titolo “Combattere la mafia con la cultura”.
ILARIA – Hai intervistato anche un magistrato antimafia. Ce lo ricordi?
MICHELE – Quel magistrato era Stefano D’Ambrouso. Rispondendo ad una mia domanda, dichiarò: “La mafia non è soltanto criminalità quotidiana, ma è organizzazione capace di incidere su tutti i settori. Anche quelli sani della società”.
ILARIA – In questi 20 anni, non c’è mai stato un momento in cui avresti voluto mollare tutto?
MICHELE – Ci sono state un paio di occasioni. Paradossalmente non i primi tempi. Poteva essere quello il periodo, essendo nati da poco tempo e dovendo fronteggiare insidie di vario genere. E di una certa pericolosità. Qualche anno fa, nel pieno della grave e storica crisi economica, c’è stata la tentazione di portare i remi in barca. Non fornisco altri dettagli, ma per un attimo l’idea è balzata… Tuttavia, sono un osso duro e combatto pugnacemente.
ILARIA – In questi anni, hai realizzato centinaia di interviste per la rubrica “Incontri” sul sito del giornale. Cosa rappresentano per te?
MICHELE – Da 30 anni intervisto personaggi di grande valore culturale e morale. Soltanto per questo tema ci vorrebbe un’intervista adeguata, ad hoc. Nonostante oggi siamo stati brevi e stringati, abbiamo preso un po’ di spazio. Quindi, evito di dilungarmi. Affermo soltanto che “Incontri”, a parte qualche rara eccezione, è veramente una perla della mia lunga attività giornalistica.
ILARIA – Puoi salutare i nostri lettori con una riflessione?
MICHELE – “La vita si compie un passo alla volta ed è ciò che fai in questo momento che ti porta verso il domani. Oggi esiste, domani, sarà sempre e solo domani. Vivi l’oggi, perché oggi è vita. Assaporala” (Stephen Littleword). Un abbraccio affettuoso con questa meravigliosa riflessione, Michele.
ILARIA – A chi ti senti di dire GRAZIE?
MICHELE – Grazie di cuore a tutte le persone che, a vario titolo, rendono preziosi gli attimi della mia vita. Camminare insieme è dare un senso a ciò che siamo e a ciò che saremo.
2022 © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Questa intervista è stata rilasciata telefonicamente da MICHELE BRUCCHERI in esclusiva alla giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).