TIZIANA RINALDI ED IL SUO “LA STRADA DI MIRO” OSPITE DI PIANETA INFORMAZIONE.
A cura di Ilaria Solazzo.
Casa Editrice Mammeonline diventa Matilda editrice | Un altro genere di libri per bambine e bambini
Descrizione del libro (in breve)
In un mondo sempre più veloce Miro avanza piano, con la sua bicicletta che gli da modo di scambiare un saluto, due parole, un piccolo dono, con il macchinista del treno, con Aldo e Marta seduti al Belvedere, con Prisca che vende le sue verdure. La strada è lunga, ma Miro, seppure stanco dopo una giornata di lavoro, la percorre con cuore leggero, perché alla fine, dopo che ha attraversato un intero microcosmo, un mondo che mentre pedala si fa più silenzioso, più ampio, più a misura d’uomo, lo aspetta il dono più bello. La storia ha in sé aspetti ecologici: Miro sceglie di viaggiare in bicicletta, sceglie di vivere in campagna; aspetti di osservazione del territorio: la strada che Miro percorre cambia aspetto pedalata dopo pedalata: dalla caotica città, ai campi, alle fattorie, al bosco con i suoi animali; ha aspetti di integrazione: non a caso l’autrice ha scelto il nome Miro, che rimanda a paesi lontani. E infine, l’aspetto più bello: l’appuntamento alla fine del viaggio, che aprirà qualunque lettore al sorriso, alla gioia nel cuore.
Dettagli circa il libro
Autrice del libro: Tiziana Rinaldi.
Illustratore: Antonio Boffa.
Editrice: Donatella Caione.
Anno edizione: 2013.
In commercio dal: 19 marzo 2013.
Pagine: 32.
EAN: 9788889684634.
Età di lettura: da 7 anni.
Dove poter acquistare il libro online
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INTERVISTA
ILARIA – Ciao Tiziana e benvenuta su PIANETA INFORMAZIONE. Partiamo subito con la prima domanda. Quando e dove è nata in te l’idea di scrivere “La strada di Miro”?
TIZIANA – Ciao Ilaria! E grazie per il tuo invito. “La strada di Miro” è un libro di viaggio, nato in viaggio. Tornavo da Milano in treno in un pomeriggio di inverno. Il convoglio procedeva molto lentamente, in quel punto, uguale dappertutto, disordinato, bello e brutto assieme, di quando la città lascia il passo ai campi. Accanto al convoglio c’era un uomo in bicicletta che andava alla nostra stessa velocità. Dall’aspetto, da come era vestito, ho avuto l’impressione che stesse tornando a casa dal lavoro. Ma quello che mi aveva colpito di più era stata la sua aria divertita, contenta: pedalava come se stesse facendo la cosa più interessante e piacevole del mondo. Lo abbiamo avuto accanto a lungo, e quando alla fine il treno ha preso velocità eravamo ormai completamente fuori dalla città. Ho continuato a seguirlo finché ho potuto, fino a quando è diventato una piccola macchia blu che si perdeva su una lunga strada di campagna. A quel punto ho preso il taccuino che porto sempre con me e ho scritto un titolo: “La strada di Miro”. Non avevo in mente altro che quell’uomo e il suo viaggio. Gli avevo dato un nome. La storia poteva iniziare.
ILARIA – Puoi descrivere il tuo libro in cinque aggettivi?
TIZIANA – Forse la cosa migliore è prenderli a prestito da ciò che mi scrive chi lo ha letto: lieve, delicato, rassicurante, elegante, poetico.
ILARIA – L’idea della copertina e delle relative illustrazioni è stata totalmente tua oppure hai affidato completamente tutto alla genialità di Boffa?
TIZIANA – L’idea della copertina e delle illustrazioni è tutta completamente di Antonio Boffa, un illustratore che amo particolarmente e che ho fortemente desiderato per illustrare questa storia. Sapevo che la sua maestria e il suo sguardo poetico avrebbero collocato Miro nel suo mondo in modo perfetto. Direi che non solo Antonio ha fatto questo, ma è andato persino oltre, come solo ogni grande illustratore sa fare.
ILARIA – Qual è il messaggio che la storia porta con sé?
TIZIANA – Non penso mai ad eventuali messaggi quando scrivo una storia. Mi piace che che ognuno possa trovare i suoi, come poi sempre succede… Cercando i messaggi nella storia di Miro – che io stessa ci ho messo seppure in modo naturale, inconsapevole se vogliamo – quello che a me salta subito agli occhi è l’amicizia. Il riconoscersi. Aspettare con fiducia ed ispirare fiducia. Volere bene. Fare il bene. Trovare il bene e il bello nelle piccole cose quotidiane. Procedere con lieta lentezza trovando il proprio posto nel mondo. Essere attenti a tutto. Saper vedere quello che spesso non si nota. E fare di tutto ciò la propria verità e il proprio sottile modo di stare al mondo, cambiandolo gentilmente – nel caso di Miro: una pedalata alla volta.
ILARIA – L’aver scelto di destinare le tue attenzioni ai bambini ti offre maggiori emozioni?
TIZIANA – I bambini sono il pubblico migliore si possa mai desiderare. Ancora privi di sovrastrutture sanno andare dritti al centro delle cose e sanno dirle chiare col loro nome. Destinare loro la mia attenzione è un privilegio che desidero con tutto il cuore potermi meritare.
ILARIA – Fin da adolescenti sognavi di poter fare in età adulta la scrittrice?
TIZIANA – Quella di scrittrice è un’attività che svolgo in modo marginale e non continuativo accanto alla mia principale di pittrice, ed a quella ancora più marginale di illustratrice. Sin da bambina erano disegnare, dipingere, colorare, le cose che più amavo fare, sognando di poter continuare ad esercitarle anche da adulta. E però, scrivere, è per me la stessa cosa che disegnare e dipingere. Il processo non cambia. Scrivo una storia esattamente come se stessi dipingendo un quadro, solo lo faccio attraverso le parole. Quindi sì, in questo senso posso includere “scrivere” tra i miei desideri di bambina.
ILARIA – Ti piace di più scrivere o illustrare libri?
TIZIANA – Dopo la risposta che ho appena dato ti sorprenderà leggere che tra scrivere libri miei o illustrare libri scritti da altri, preferisco scriverli.
ILARIA – Un tuo sogno nel cassetto è…?
TIZIANA – Rimanendo nell’ambito della scrittura ho un paio di case editrici che amo particolarmente con le quale mi piacerebbe pubblicare. Difficile farlo visto che per ora non mi sono nemmeno mai proposta. Ma si chiamano appunto sogni, e sognarli a volte è decisamente più comodo…
ILARIA – Progetti futuri?
TIZIANA – Mi piacerebbe raccogliere tutti gli appunti, le note, le piccole storie, le osservazioni, che sempre, da anni e anni, annoto su taccuini che tengo sparsi ovunque; rivederli e dare loro una forma. E poi magari, chissà mai, pubblicarli. Grazie Ilaria, questa nostra chiacchierata è stata un piacere. Spero possa ispirare i tuoi lettori e le tue lettrici. Un saluto a te e a loro!
Tiziana Rinaldi Art
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RECENSIONE a cura di Ilaria Solazzo
“La strada di Miro” di Tiziana Rinaldi, edito dalla Casa Editrice Mammeonline, racconta una storia che amo definire d’altri tempi. Una storia delicata, leggera, pacata, viva di una sua morbida intensità, che si anima in una dimensione di vita e di rapporti sociali sobria ed impetuosa che, purtroppo, oramai raramente appartiene alla nostra ordinatorietà. Per ogni lettore è distensivo potersi immergere con amore nelle pagine del bellissimo libro scritto da Tiziana. Il leggitore viene accompagnato dall’autrice con sentimentalismo nel silenzioso mondo di Miro, nella sua “lunga” strada verso l’abitazione familiare.
Il divertente ometto dalle gote paffute e lo sguardo solare, chiamato appunto Miro, ogni giorno, smontato il suo turno in fabbrica inforca una bicicletta, (con la pioggia, il sole o il vento) non temendo mai nulla ed incurante di ogni pericolo. Il tragitto lungo e tortuoso che lo attende, a mio avviso, rappresenta la quiete dell’anima, una docilità prospera e sana ai battiti dell’esistenza, che nel racconto, a differenza di come avviene solitamente per ognuno di noi, non destabilizza l’uomo.
Miro, il “fuoriclasse” protagonista del libro, non mostra la fretta che agita tanti di noi, ogni dì, difatti, lui a differenza nostra, si consegna alla sua strada allegramente, ben sapendo che lungo di essa avrà modo di interagire con tanti volti amici, persone che ritrova frequentemente e alla cui presenza è abituato. Questa accidentalità negli appuntamenti, per Miro, diviene connessione… ciascuna persona da lui incrociata gli riserva un gesto affettuoso, che per tanti lettori può poter significare “Ti ho visto, ti ho riconosciuto”. Oggigiorno, la freneticità con la quale ci accostiamo alle nostre sfere, ci porta a non cogliere più la profondità nella semplicità di un gesto… da un un cenno della mano ad un sorriso, ad un piccolo dono ricevuto da chi in quell’istante ci vuole dire: “Io ci sono per te”. Nell’iper-connessione che viviamo, siamo tutti disconnessi.
Così la connessione tecnica diventa strumento di una disconnessione conflittuale tra culture, popoli, individui ed ognuno, lo può constatare nella sua quotidianità. In questo manoscritto, la Rinaldi, punta l’accento sulla genuinità di Miro, sul suo essere privo di infrastrutture che lo condizionano. Inoltre la scrittrice sviluppa tratteggiando poco i contorni, ciascun personaggio, vivo nella sua narrazione, offrendo al lettore l’immaginazione di far fluire la storia lasciando che la propria singolare fantasia viaggi vividamente alle velocità di quel “frame”. Nel passaggio in cui si nota l’allontanamento del protagonista dalla fabbrica, dalla dimensione operosa e produttiva della sua vita, Tiziana Rinaldi, ci spinge a riflettere sull’uso che Miro fa del suo tempo. Miro sfrutta il mondo circostante per godere delle bellezze del creato, dai fiori colorati, agli animali, all’aria pulita dei boschi… dimensione questa, purtroppo lontana, dal nostro quotidiano, in quanto noi siamo tutti disabituati all’utilizzo delle bici in città.
Lo scenario finale, capitalizza l’attenzione del lettore, sulla sfera padre/figlia, sul loro piacevole ritrovarsi in un caldo abbraccio, dopo una interminabile giornata di impegni. Il viaggio, di Miro, con la sua bici, si conclude con l’incontro più importante, quello del cuore, con la sua amata figlioletta che lo aspetta alla finestra con affetto. Entrambi, riuniti dopo le fatiche quotidiane, possono abbandonarsi, finalmente, ai giochi ed alle coccole sfrenate… Quello che, oramai, raramente avviene nelle famiglie moderne. “La strada di Miro” sembra come una tela bianca che lui giorno dopo giorno usa per spruzzarci sopra i colori dell’arcobaleno. Nonostante i problemi privati e lavorativi, il Miro, opta per la naturalezza e la giovialità, che fungono da armi potenti per sconfiggere le negatività. Il libro offre spunti per importanti riflessioni, non ultima quella sulla natura e su un impatto più sostenibile del nostro stile di vita e su ciò che ci circonda.
Leggendo il testo, gustandone le splendide illustrazioni, ci si sorprende, quasi per magia, a sognare una realtà dove sia possibile affidarsi alla lentezza di una bicicletta per gli spostamenti, dove le persone si possano e si vogliano guardare in faccia, dove si possa avere tempo e possibilità per dedicarsi a corse nei boschi con i propri figli, dove gli animali non mettano paura, ma siano, anche loro, amici, da incontrare periodicamente, e non dietro le sbarre di una gabbia o solo nei libri. Le raffinate ed intense illustrazioni di Antonio Boffa, eleganti ed originali sia nella tecnica che nell’uso e nella scelta delle tinte, incontrano perfettamente lo spirito del libro di Tiziana Rinaldi, rispettandolo ed esaltandone atmosfere e significati. Gli occhi dolci ed espressivi dei personaggi, i gesti caldi come i colori, la resa del movimento gioioso e vivace, le tante foglie variopinte, la strada che si dipana e si trasforma….molti particolari a comporre tavole davvero splendide e ricche dove uomini e ambiente naturale si incontrano e si armonizzano per regalare un senso di pace e libertà. Dopo aver letto il libro, ci si augura, che ogni lettore, proprio come accaduto per Miro, possa trovare la propria dimensione.
2022 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Questa intervista è stata rilasciata telefonicamente, in esclusiva, a titolo gratuito, dall’artista Tiziana Rinaldi alla giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).