AGATA REALE OSPITE DI PIANETA INFORMAZIONE
A cura di Ilaria Solazzo.
Agata Reale: da “Amici” alla malattia, dallo stop alla danza alla rinascita grazie al talent “The coach”. Agata è una ragazza semplice, molto alla mano, una persona davvero simpatica e disponibile. L’ex ballerina di Catania che nel 2007 ha partecipato al programma Mediaset di Maria De Filippi, “Amici” è un volto molto amato da tante giovanissime che in lei si rivedono. Da anni al timone di “The coach”, la dolce Agata è amatissima in tutta Italia, dalla Sicilia al Piemonte.
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Agata Reale (@agatareale) • Foto e video di Instagram
INTERVISTA
Agata che della sua danza ha fatto una missione ed una battaglia per combattere i pregiudizi di un’insegnante, Alessandra Celentano, che tanto la criticava, ha dovuto abbandonare quell’amata disciplina per colpa di alcuni problemi di salute. Agata dopo un periodo di forte sconforto ha ripreso in mano la sua vita, dedicandosi al canto ed aprendo la sua struttura a Lineri, Misterbianco, “Amici in scena”. Reale, una moglie ed una mamma formidabile, che si è ritrovata davanti ad un grandissimo e sconfortante ostacolo: la leucemia. Ho il piacere e l’onore di riportarvi la bellissima, toccante ed intensa, intervista che la poliedrica Agata Reale mi ha rilasciato telefonicamente quest’oggi.
ILARIA – Ciao Agata e benvenuta su PIANETA INFORMAZIONE. Partiamo subito con una domanda di rito. “The Coach” è un talent e reality show ideato da Luca Garavelli e Marco Zarotti. Il primo talent che oltre ai talenti vede sfidare anche i maestri delle Arti. Sei felice di esserne al timone?
AGATA – Sì. Sono molto contenta di essere giunta alla quarta edizione. Le basi sulle quali si fonda questo nuovo format televisivo si possono sintetizzare nella volontà di coinvolgere gli operatori del settore che investono il loro tempo e la loro professionalità con i propri allievi, per far sì che questi ultimi possano sfruttare al meglio le loro attitudini artistiche. Grazie a questa “Mission” si sviluppa una trasmissione frizzante che vede la presenza di eccellenti insegnanti, coreografi, vocal coach e professionisti del campo artistico che fanno da Coach ai migliori talenti del panorama nazionale ed internazionale. Come ogni talent si svolgono sempre delle audizioni dalle quali la produzione ammette alle fasi successive solo gli artisti più idonei. La produzione seleziona a campione alcune scuole sparse su tutto il territorio nazionale e nelle nazioni aderenti, per girare delle clip con lo scopo di “raccontare” televisivamente il “dietro le quinte”, i sacrifici e lo studio legati ad ogni singolo artista e disciplina. Lo scopo della trasmissione è quello di creare fra tutti i concorrenti in gara un’ ambiente di sana competizione e di spirito di gruppo.
ILARIA – Passiamo alla seconda domanda. Quando hai cominciato a studiare danza?
AGATA – Quasi tutti oramai sanno la mia storia. Ho iniziato a 4 anni con la ginnastica ritmica. Mia madre mi racconta che non volevo andare, perché mi facevano fare le spaccate e mi faceva male dappertutto. Poi a 5 anni i miei genitori mi hanno iscritta in una scuola di danza di Misterbianco. La danza è una passione intramontabile. Ho iniziato a 10 anni a vincere concorsi. Poi a 15 anni è arrivata un’importante borsa di studio ed a quell’età ho dovuto prendere la decisione importante di “lasciare” la mia amata Sicilia. Sono stata a Firenze in una scuola molto importante per fare un corso professionale. E successivamente ho iniziato a lavorare per alcune compagnie nell’affascinate Roma. Fino a quando sono approdata ad “Amici”.
ILARIA – Quindici anni fa hai partecipato al programma di Canale 5, “Amici”. Ti va di raccontare ai lettori di PIANETA INFORMAZIONE di quell’esperienza?
AGATA – Certamente. Avevo circa 20 anni. In quel periodo avevo fatto dei controlli ed avevo un problema all’anca. Quindi ho dovuto interrompere il lavoro in teatro che mi impegnava tantissime ore al giorno. Per quasi un anno non ho danzato. Poi un giorno mia mamma mi ha detto di provare ad essere inserita nel talent “Amici”. Ci sono andata per accontentare mia mamma, ma, con immenso stupore, ho passato brillantemente tutti i casting.
ILARIA – Tutti gli italiani ricordano ancora il tuo rapporto con la maestra Alessandra Celentano, che criticava il tuo “collo del piede”. A distanza di tantissimi anni in che rapporto sei con lei?
AGATA – Il rapporto con lei è andato, purtroppo, sempre peggio. Non le sono simpatica. Me ne sono fatta una ragione. Basti pensare che quando ho fatto l’inviata per “Verissimo”, il programma condotto da Silvia Toffanin, dovevo intervistarla. Si presentò dopo due ore. Disse che avessi fatto io l’intervista lei avrebbe rinunciato e sarebbe andata via. Un comportamento poco professionale da parte sua. Anche per il talent “The Coach”, il programma di 7 Gold che conduco le fu chiesto dalla produzione di farne parte, ma poichè vi sono io lei rispose: “No, grazie”. E pensare che il primo casting ad “Amici” lo feci proprio con lei e fu proprio Alessandra a farmi passare allo step successivo. Le prime settimane avevamo instaurato un rapporto bellissimo, diceva alle altre che ero molto preparata. Io ancora oggi non tollero i suoi modi di fare un po’ burberi. Su alcune cose può avere ragione, ma sbaglia i modi. La trovo una donna incoerente dato che dice che la danza non è per tutti, però fa stage di formazione, in tutta Italia, per tutti.
ILARIA – Hai rapporti con qualcuno del programma, con Maria De Filippi o con i tuoi ex compagni?
AGATA – Sento uno degli autori di “Amici”, Luca Zanforlin, una persona adorabile. Quando ha saputo della malattia mi ha fatto chiamare subito da Maria. Ricordo ancora che il team di Maria ha cercato immediatamente illustri professori per capire meglio della mia malattia. Dei miei compagni durante la prima fase della malattia si sono fatti sentire: Tony, Karima e Manuel.
ILARIA – Dopo l’esperienza di “Amici”, com’è proseguita la tua carriera?
AGATA – Ho fatto la tournee del musical di Maurizio Costanzo in tutta Italia per un anno. Poi “Verissimo” grazie a Silvia Toffanin e “The Coach”. Il talent “The coach” lo conduco dalla prima edizione.
ILARIA – Sei stata colpita dalla leucemia promielocitica acuta. La cosiddetta leucemia fulminante. Ci racconti cos’è successo?
AGATA- Va bene. Era novembre 2019. Una settimana prima avevo avuto una emorragia durante un ciclo. Ma non ci avevo fatto molto caso. Poi ho iniziato a sanguinare dalle gengive. Ho addirittura iniziato a trovare chiazze sul cuscino. Sono andata così dal dentista che mi ha detto di fare l’emocromo. Ma era tardi ed il laboratorio era chiuso. Il giorno dopo stavo andando a fare le analisi, ma mentre ero a casa sono svenuta. Mi sono letteralmente accartocciata al contrario. Me l’ha racconto mio marito che è rimasto scioccato nel vedere questa terribile scena accadere dinanzi ai suoi occhi. Mi ha svegliata ed ho iniziato a vomitare. Siamo andati dunque all’ospedale Cannizzaro. Avevo il colorito verde. Mi spostarono al Policlinico e lì ho incontrato un dottore che mi ha salvato la vita. Se non lo avessi incontrato sono sicura che sarei morta come Michele Merlo, perché è la stessa identica malattia. La leucemia fulminante. Ho fatto l’ago aspirato. Ha analizzato lo stesso dottore e ha capito che era leucemia fulminante. L’ha presa in tempo. Nella sfortuna sono stata fortunata. Mi ha salvata. La leucemia fulminante è la più rischiosa in assoluto, ma i primi 15 giorni. Se si superano i primi 15 giorni, poi le cose vanno meglio. È infatti guaribile al 90%. Io cerco di non pensare al restante 10%. Ogni giorno penso che mi sto godendo un giorno in più con mia figlia. Come la vivi è importante infatti. Io sono stata tanto tempo in ospedale. Ricordo ancora quando ho rasato i capelli, l’ho fatto io da sola. Con la malattia scopri tante cose. Io ad oggi non mi dimentico i pazienti. Compro regali per loro, per i medici. Cerco di dare assistenza. Sono la mascotte dell’ematologia! Quando ero ricoverata inoltre mi mettevano sempre con i pazienti più depressi. Perché io ero sempre super-positiva.
ILARIA – Ricordi un particolare episodio che ti ha segnata profondamente?
AGATA – Sì. Durante il lock down, nel mese di aprile del 2020, ero ricoverata. Sarei dovuta uscire, ma avevo i valori molto bassi dopo l’ultima chemio. Mi hanno messo in stanza un ragazzo. Una cosa strana, mettere una persona di sesso diverso. Ma non c’era posto. Era un ragazzo di 18 anni, spaventatissimo. I genitori non potevano entrare per il Covid. E io gli ho detto che doveva stare tranquillo, che non era una cosa grave, che doveva essere forte. E l’ho tranquillizzato. Ma sfortunatamente dopo qualche mese lui è morto. E io mi sono sentita in colpa per averlo tranquillizzato. I suoi genitori mi hanno contattata per dirmi che grazie a me lui ha vissuto bene i suoi ultimi mesi di vita. È una cosa che mi porto dentro.
ILARIA – Oggi come stai?
AGATA – Non penso mai alla malattia. Ci penso solo la sera quando vado a dormire. Sto cercando di fare quello che facevo prima anche se mi rendo conto che non è uguale, perché le forze non mi accompagnano. Vomito spesso e sono piena di dolori. Ogni sera dormo con mia figlia accanto e spero di svegliarmi il giorno dopo. Mia figlia è stata ed è tuttora il motore della mia voglia di vivere. Voglio continuare a crescerla.
ILARIA – Che rapporto hai con Dio?
AGATA – Buono. Nonostante gli anni di Chemio che mi hanno letteralmente devastata fisicamente e mentalmente ringrazio ugualmente Dio ogni giorno perchè è Lui che mi da la forza di andare avanti. Mi armo del mio sorriso più bello per far finta che tutto andrà bene… D’altronde lo devo alla mia famiglia ed in particolare alla mia piccolina! La malattia ha sconvolto me, ma doppiamente i miei genitori, mio marito e mia figlia.
ILARIA – Invia un saluto ai miei lettori e tuoi fans…
AGATA – Grazie a tutti voi che ogni giorno in tantissimi mi scrivete messaggi d’affetto chiedendomi dove trovo la forza! Metto amore in ogni cosa che faccio e dono amore a tutte per le persone che amo questo è il mio segreto.
2022 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Questa intervista è stata rilasciata telefonicamente in esclusiva alla giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).